Intervista ai False Memories

Oggi noi di Universo Rock & Metal abbiamo il piacere di parlare con Francesco Savino, chitarrista e fondatore dei Lombardi False Memories con il quale abbiamo discusso sul nuovo album The Last Night Of Fall.

Siamo vicini all’uscita del vostro nuovo album The Last Night Of Fall, come vi sentite per questa importante uscita?
– Probabilmente è il disco più importante della nostra vita, poiché si tratta del “label debut” in Frontiers, cosa che ci permetterà di arrivare ad un pubblico del tutto nuovo e abituato a certi standard qualitativi e ritengo fondamentale che la prima impressione sia positiva. Molte persone sono abituate ad una legittima e personale “routine musicale” e vivono con scetticismo “il nuovo” e di conseguenza è fondamentale suscitare fin da subito la giusta curiosità.

È il vostro primo lavoro che uscirà per la Frontiers Records, come vi siete avvicinati a questa importante etichetta discografica?
– Ti ringrazio per la domanda, poiché mi permette di diffondere ai vostri lettori musicisti un’ opportunità ancora aperta. Frontiers ha avviato da qualche tempo una campagna dal nome Frontiers and Beyond che permette di mettere in contattato le nuove proposte con la label. Ed è proprio così che siamo approdati nel loro roster, semplicemente inviando il nostro materiale una volta pronto o quasi. Da questa iniziativa mi risulta che sono stati selezionati 4 gruppi, tra cui noi come unica band italiana.

I testi dei vari brani, se non erro, hanno un collegamento tra di loro rendendo il disco una specie di concept album , ci spieghi la scelta di ciò e che tematiche avete affrontato?
– I testi sono stati realizzati da Rossella e sono collegati da tematiche che riguardano il senso di sospensione, l’intelligenza emotiva e le ripercussioni che certe inquietudini hanno sul nostro vissuto.
Sono argomenti che amiamo trattare, non a caso uno di questi concetti è anche espresso nel nostro “moniker” False Memories.

Ricordo che buona parte della composizione del disco te e Rossella l’avete realizzata durante il primo periodo di quarantena. Quanto ha influenzato quella situazione durante il processo di scrittura?
– Senza ombra di dubbio il primo lockdown ha avuto un impatto emotivo pazzesco su tutti noi, facendoci vivere un’esperienza unica nel suo genere. Abbiamo trovato questo tipo di risvolto molto vicino ad alcune tematiche che sono punti cardine nella nostra musica cosa che, insieme ad una disponibilità di tempo insolita, ci ha permesso di ottimizzare i nostri sforzi. In particolare il brano che meglio racchiude tutta la drammatica vicenda che abbiamo vissuto è Hysteria.

Rossella mi aveva raccontato che per questo ultimo lavoro avete sempre cercato di migliorarvi dal disco precedente e già a sentire dai primi singoli posso dire che avete fatto un ottimo lavoro, cosa vi ha spinto a impegnarvi in questa direzione?
– Considero il disco precedente come una sorta di “demo”. Anche se ci ha dato delle belle ed inaspettate soddisfazioni ha una finalità poco chiara soprattutto perché è stato realizzato in mezzo a mille difficoltà e problemi di formazione.
Dopo l’arrivo di Rossella abbiamo tracciato un piano ben preciso e con una condivisione di intenti praticamente all’unisono. Questa visione comune ci ha permesso di scrivere a quattro mani tutto l’album, ma la sua concretizzazione è stata possibile grazie alla migliore formazione di sempre, sia in termini qualitativi che di convivenza. Tant’è che abbiamo realizzato questo disco senza il minimo intoppo e nella più totale serenità.

A livello chitarristico ci sono stati dei cambiamenti rispetto al precedente Chimerical facendo utilizzo di chitarre a 7 corde e, cosa più importante, adesso ti stai dividendo i lavori con un secondo chitarrista (Moreno). Cosa ha portato a queste scelte?
– La scrittura dei nuovi pezzi è stata preceduta da una fase di vera e propria “ricerca”. Sapevamo quello che volevamo realizzare, ma sapevamo anche quello in cui non volevamo ricadere. Il nostro è un genere che gioca molto sul piano emotivo e questo spesso presta il fianco a delle ritmiche non particolarmente elaborate, per così dire. Sentivamo la necessità di voler fare un salto di qualità proprio da questo punto di vista e quindi la scelta è ricaduta su un secondo chitarrista che si occupasse principalmente di ritmiche (nel caso di Moreno anche di acustiche), andando così ad affiancarsi ad Emanuele (batteria) ed al nostro bassista di sempre, Gianluca.

Lo scorso anno avete avuto 2 esperienze live particolari, una con le regole di distanziamento sociale e l’altro lo avete tenuto in streaming pubblicandolo su Facebook, come ti sono sembrate queste 2 esperienze?
– Li ritengo palliativi accettabili, ma abbastanza innaturali, soprattutto nel caso dello streaming. Non fraintendermi, è stata una esperienza bellissima soprattutto perché è stata la nostra “prima volta”, ma è una di quelle cose che dovrebbe affiancarsi e non sostituire l’attività dei live tradizionali.
Per quanto riguarda il pubblico distanziato e seduto penso sia abbastanza un classico per tutte quelle band che hanno iniziato a suonare nei pub, quindi niente di così stravagante.

Avevate alcune date in programma prima delle varie chiusure, visto che molti adesso stanno iniziando a riprendere a suonare dal vivo pensate di recuperarle e di programmarne di nuove?
– Ci stiamo adoperando per organizzare il release party che sarà annunciato a breve. Vista l’instabilità del momento non ci è possibile fare programmi a medio/lungo termine. Naturalmente questo è un problema generale, per cui consiglio di rimanere aggiornati guardando le pagine ufficiali dei gruppi che si intende andare a vedere dal vivo.

Il preorder del nuovo album è andato esaurito negli Stati Uniti, appena sarà possibile state valutando di suonare anche oltre oceano?
– È stata una scoperta che ci ha letteralmente sbalorditi. L’abbiamo saputo tramite un fan americano che voleva preordinare il disco ed è incappato nel “sold out”. Al momento gli Stati Uniti sono il paese che più ha risposto positivamente al nostro disco. È stato di recente creato un fan club ufficiale della band su Facebook ed uno degli amministratori è proprio statunitense (insieme ad un’amministratrice greca).

Che altro dobbiamo aspettarci dai False Memories per il futuro?
– Ci sono in cantiere tante novità che riguardano la band oppure i singoli componenti. Niente che possa essere svelato ora, quindi se lo ritenete di vostro interesse seguiteci sui nostri social oppure sul nostro sito www.falsememories.it

La nostra intervista è finita! Grazie ancora Francesco, vuoi lasciare un saluto ai nostri lettori?
– Saluto tutti i lettori di URM, ringraziando tutti coloro che supportano la musica originale. Ovviamente ringrazio Riccardo ed URM per questa bella intervista!

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