I pioneri del Djent, Meshuggah, tornano dopo il successo di The Violent Sleep Of Reason, con il nuovo album Immutable, a detta della band il loro lavoro più esplosivo. Album che vede il ritorno di Fredrik Thordendal dopo il suo periodo di pausa dalla band.
Già a partire con la prima Broken Cog capiamo che è il classico sound alla Meshuggah con i loro riff a basse accordature e groove di batteria algebrici con parti solistiche d’ambiente arricchite da una voce sospirata di Kidman; unica novità è sentire il basso per l’occasione accordato un’ottava sotto all’accordatura standard di Lövgren. Proseguendo con il primo singolo estratto, The Abysmal Eye, abbiamo un sound più veloce e caotico rispetto alla traccia di introduzione, fatto da grande uso di tremolo picking dei chitarristi e ritmi di batteria a tempi dispari che confondono l’ascoltatore in alcune circostanze; non mancano anche i tradizionali assoli in tapping dissonanti tipici della band.
La struttura rimane la solita per tutti i brani dell’album, anche se, proseguendo, si sente molto variare con brani più aggressivi quali Light The Shortening Fuse e Kaleidoscope (tra i migliori dell’album) fino a sorprenderci con una traccia strumentale di oltre 9 minuti, They Move Below, con un intro di chitarra pulito e parti solistiche armonizzate fino ad arrivare al classico sound della band. Da menzionare anche alcune tracce “d’atmosfera” che fanno da sparti acque tra le varie canzoni dell’album, fino ad arrivare ad una sempre più complessa Past Tense con i suoi veloci giri di doppia cassa.

Oramai si sa, il sound dei Meshuggah è quello, fatto dai loro riff di chitarra focalizzati sulla corda più grave e i ritmi di batteria a tempi progressive, che forse è un problema per gli ascoltatori occasionali o non abituati al genere, che ad un primo ascolto possono trovare questo album noioso o ripetitivo, quando invece, con una più attenta analisi, si possono individuare le novità e le differenze tra le diverse tracce rispetto anche ai lavori precedenti. Mentre gli ascoltatori di lunga data che adorano il sound del complesso Svedese apprezzeranno immediatamente il lavoro. Alla fine, come suggerito dal titolo dell’album, i Meshuggah ci hanno fatto capire di non essere cambiati.
Tracklist:
01. Broken Cog
02. The Abysmal Eye
03. Light The Shortening Fuse
04. Phantoms
05. Ligature Marks
06. God He Sees In Mirrors
07. They Move Below
08. Kaleidoscope
09. Black Cathedral
10. I Am That Thirst
11. The Faultless
12. Armies Of The Preposterous
13. Past Tense
Line-Up:
Jens Kidman – Voce
Mårten Hagström – Chitarra
Dick Lövgren – Basso
Fredrik Thordendal – Chitarra
Tomas Haake – Batteria
Anno: 2022
Etichetta: Atomic Fire
Voto: 8/10