L’erba cattiva non muore mai, recita un famoso proverbio che perfettamente si adatta alla condizione del Principe delle Tenebre, Ozzy Osbourne. Se infatti con il disco precedente, Ordinary Man, Ozzy sembrava aver voluto lasciare al mondo il suo testamento artistico, l’ex Black Sabbath ha invece deciso di cavalcare l’onda (ingolosito sicuramente dal successo commerciale avuto con questo album) e dare alle stampe un nuovo lavoro: Patient Number 9; disco che, rispetto al predecessore, sembra avere ben poca farina del sacco di Ozzy.
Quasi ogni brano del disco è scritto in collaborazione con un grande della musica Rock internazionale e la titletrack Patient Number 9, con cui si apre l’album, vede la partecipazione di Jeff Beck alla chitarra. Il brano è tutto sommato piacevole, anche se vagamente artificioso, le parti migliori però, sono sicuramente i fraseggi di chitarra di Beck che abbelliscono notevolmente la canzone. Immortal è un pezzo dai toni più grunge, non per nulla l’ospite è Mike McCready (chitarrista dei Pearl Jam) il cui stile emerge prepotentemente ma, se non fosse per la voce inconfondibile del cantante, non si direbbe quasi un pezzo di Ozzy. Parasite è uno dei molti brani che vedono il ritorno di Zakk Wylde, già compagno del front-man in passato, alla chitarra. Uno dei pezzi migliori del disco nel quale finalmente si inizia a percepire lo stile Osborniano, mutuato sicuramente dal contributo di Wylde. Parlando di ritorni in No Escape From Now possiamo gustare la chitarra di sir Tony Iommi, partner di lunga data del Principe delle Tenebre con cui ha fondato i Black Sabbath. Ed è proprio un pezzo della band inglese quello che sembra di ascoltare; stesso mood cupo, stessi cambi di tempo e la voce del cantante che, assieme ai riff di Iommi, rimandano a quello stile ormai iconico. Molto interessante è la canzone One Of Those Days, in cui compare nientemeno che Eric Clapton la cui meravigliosa chitarra domina totalmente il brano, quasi da mettere in ombra il front-man che però, a differenza di altri pezzi del disco, ci mette davvero del suo. Di nuovo Jeff Beck per la malinconica ballad A Thousand Shades; canzone molto bella ed emozionante, ma si sa che il Principe dà il meglio di sé con questo tipo di brani. Segue poi una carrellata di 3 pezzi tutti scritti da Zakk Wylde: Mr. Darkness, Nothing Feels Like ed Evil Shuffle; brani molto old school che ricordano le prime produzioni di Ozzy, pur non riuscendo del tutto a decollare (soprattutto l’ultima, decisamente sottotono rispetto al resto). Altro brano sabbatthiano è Degradation Rule, di nuovo con Iommi alla chitarra e che prevede la stessa ricetta del precedente, ricetta che si rivela senza dubbio vincente.

Quasi mai mettere tanta carne al fuoco si rivela una buona scelta ed infatti anche in questo caso non fa eccezione. Se infatti Ordinary Man era un disco di un certo spessore, molto autobiografico e riflessivo; Patient Number 9 sembra invece un misto di brani senza una vera identità, ognuno scritto da musicisti diversi, senza un vero tocco personale. Il disco in sé è tutto sommato divertente all’ascolto ma si percepisce la mancanza di sentimento che invece era presente nel precedente lavoro e che lo rende abbastanza anonimo e poco stimolante così come l’utilizzo di troppi featuring che crea soltanto molto fumo e poco arrosto.
Tracklist:
1. Patient Number 9 (feat. Jeff Beck)
2. Immortal (feat. Mike McCready)
3. Parasite (feat. Zakk Wylde)
4. No Escape From Now (feat. Tony Iommi)
5. One Of Those Days (feat. Eric Clapton)
6. A Thousand Shades (feat. Jeff Beck)
7. Mr. Darkness (feat. Zakk Wylde)
8. Nothing Feels Like (feat. Zakk Wylde)
9. Evil Shuffle (feat. Zakk Wylde)
10. Degradation Rules (feat. Tony Iommi)
11. Dead And Gone
12. God Only Knows
13. Darkside Blues
Line-Up:
Ozzy Osbourne – Voce
Zakk Wylde – Chitarra
Tony Iommy – Chitarra
Jeff Beck – Chitarra
Mike McCready – Chitarra
Eric Clapton – Chitarra
Robert Trujillo – Basso
Chad Smith – Batteria
Taylor Hawkins – Batteria
Anno: 2022
Etichetta: Epic (Sony Music)
Voto: 6.5/10