I Muse hanno segnato l’adolescenza di molti amanti del rock e del metal. Anche a distanza di molti anni, alcuni loro brani non passano di moda e, di conseguenza, ogni nuova uscita del trio britannico desta sempre molto interesse e curiosità.
Will Of The People è il nono album dei Muse, in attività oramai da 30 anni, e riconferma il percorso iniziato con The Second Law nel 2012. Da circa un decennio, infatti, i Muse hanno deciso di spingere l’acceleratore sulle sonorità elettroniche, che sono diventate le padrone indiscusse dei loro brani, decidendo di relegare la componente rock ad un ruolo più marginale. In ogni caso, il trio di Matt Bellamy ha sempre dato molta importanza alla resa dal vivo dei loro brani, infatti è innegabile che i loro concerti siano di altissimo livello, sia per quanto riguarda la performance artistica sia per gli effetti speciali che intrattengono il pubblico. Quindi, anche in questo caso i brani del disco, ma soprattutto i singoli, sembrano pensati proprio per i concerti, a partire dalla Title-track, molto commerciale e radiofonica, che a tratti strizza l’occhio a Marilyn Manson con un tocco di pop in più. Continuando a parlare di singoli, quello meglio riuscito è sicuramente Won’t Stand Down: il produttore Dan Lancaster ha collaborato tra gli altri anche con i Bring Me The Horizon e gli A Day To Remember ed, infatti, solo qui si sente un’influenza più metal. Altrettanto piacevole è la ballad Ghosts (How Can I Move On), in cui la voce di Bellamy è dolcemente accompagnata dalla sola presenza del pianoforte. Al contrario, a brani come Compliance e Liberation sembra mancare qualcosa: il primo avrebbe bisogno di ritornello più esplosivo e meno dance, mentre il secondo risulta poco originale, dato l’immediato richiamo ai Queen.
È davvero molto difficile esprimersi su You Make Me Feel Like It’s Halloween: o la si ama o la si odia, il ritornello catchy rimane subito in testa e quasi sicuramente questa canzone verrà inserita in scaletta per i prossimi live, ma si fa davvero fatica a vederla associata al nome Muse. Bisogna, però, complimentarsi per il videoclip, che contiene molti riferimenti a film horror ed un veloce fotogramma in cui si intravede persino la maschera di Corey Taylor degli Slipknot. Infine, Kill Or Be Killed ci ricorda vagamente i tempi di Stockholm Syndrome, mentre la shakespeariana Verona e la successiva Euphoria danno l’impressione di essere dei brani filler e poco memorabili, che ci conducono al termine del disco con We Are Fucking Fucked, anch’essa molto probabilmente pensata principalmente per l’esecuzione dal vivo.

Prima di giungere alla conclusione, è necessario parlare delle tematiche che tengono unite le tracce di questo album. Come afferma Matt Bellamy, Will Of The People è influenzato dai fatti di attualità: si parla di guerre, pandemia, politica, disastri naturali ed incertezza, il difficile periodo che stiamo vivendo viene fotografato con schiettezza e senza troppi giri di parole. Si tratta senza dubbio di temi estremamente importanti, che però a parer mio non vengono esaltati come meriterebbero dalla parte strumentale, in un disco che è molto lontano dall’essere memorabile. Da una band come i Muse, che hanno rappresentato un’importante pagina dell’alternative rock degli ultimi decenni, ci si aspetta qualcosa di più. Ma forse dobbiamo smettere di sperare in un ritorno alle origini ed accettare serenamente questa svolta, intrapresa ormai 10 anni fa.
Tracklist:
01. Will Of The People
02. Compliance
03. Liberation
04. Won’t Stand Down
05. Ghosts (How Can I Move On)
06. You Make Me Feel Like It’s Halloween
07. Kill Or Be Killed
08. Verona
09. Euphoria
10. We Are Fucking Fucked
Line-up:
Matthew Bellamy – voce, chitarra, pianoforte
Chris Wolstenholme – basso, voce, armonica
Dominic Howard – batteria, percussioni, cori
Anno: 2022
Etichetta: Warner Records
Voto: 7.5/10