Axl – La biografia del leader dei Guns N’ Roses

C’è ancora molto da raccontare sull’uomo e l’artista Axl Rose? Beh, considerando che è tra le rare rockstar ad usare pochissimo i social network – dunque, gli aggiornamenti che lo riguardano, soprattutto in merito alla sua sfera privata, sono centellinati – la risposta può essere solo affermativa. E l’edizione aggiornata al 2021 (la prima è datata 2009) del volume Axl, la biografia del leader dei Guns N’ Roses, ne è la prova provata.

Pubblicato da Il Castello marchio Chinaski Edizioni, la biografia non autorizzata (320 pagine, 19 euro) è firmata dal misterioso scrittore neozelandese Ken Paisli (“quest’anno Axl ha compiuto 60 anni, il libro 15 e il suo autore ben 52. Quando ho ascoltato per la prima volta i Guns N’ Roses andavo a scuola, non avevo la patente e i baci rubati alla mia vicina sotto il portone mi sembravano film porno o tragedie shakespeariane”, scrive nell’introduzione) ed unisce, uno per uno, tutti i punti di un’esistenza contraddistinta dagli abusi sessuali, fanatismo religioso, rogne con la legge, milioni di album venduti, live soldout in ogni angolo del globo, dichiarazioni oltraggiose, comportamenti bizzosi su e giù dal palco.

E ancora, arresti, cambi di look, donne magnifiche e famose, contese, alcool, droghe, manager, discografici e produttori, amici/nemici musicisti con (a fare da sfondo) sempre il rock, abile a scandire i tempi della storia di una band capace di incendiare più di una generazione e che, seppur oggi annovera “soltanto” tre dei principali ex membri, ha ancora qualche cartuccia da sparare e petali di rose da sfogliare.

In un post su Instagram, la casa editrice riporta un estratto, eloquente, di questa biografia: “Intanto l’eroina continuava a imperversare: dopo Izzy c’erano cascati anche Slash e Steve; mentre Duff preferiva decisamente la bottiglia, senza dimenticare eccitanti, pasticche e, quando qualcuno la offriva, la cocaina. Axl era il più cauto in fatto di droghe, le aveva provate, qualche volta ne faceva uso ma senza mai indugiare troppo su di esse. Era un maniaco patentato del controllo e, quand’era fatto, un po’ di controllo andava inevitabilmente perso: meglio non rischiare. In compenso ci dava dentro col sesso, una passione che negli anni non lo avrebbe mai lasciato”.

Una “breve”, appunto, che però rende bene l’idea: le oltre trecento pagine dedicate a William Bruce Rose Jr. – è questo il nome all’anagrafe di Axl Rose –, nato il 6 febbraio 1962 a Lafayette, piccolo centro assai grigio dell’Indiana (“è sempre stata il genere di cittadina dalla quale i ragazzini sognano di fuggire il prima possibile”), rappresentano un compendio della vita del frontman della band, attraverso le voci dirette dei protagonisti. Nel dettaglio: una ricostruzione certosina che ha preso il via dalle fonti unendo, tra loro, dieci libri e oltre 500 tra dichiarazioni e interviste rilasciate dal 1986 allo scorso anno.

Oltre ad un accresciuto inserto fotografico, il libro documenta la storia dei Guns: dagli esordi al successo planetario, dalla pubblicazione (dopo anni di incubazione e cambi di band) del discusso/discutibile Chinese Democracy (2008) – rimandato per diciassette anni e realizzato con una nuova formazione – all’incredibile avventura del nostro con gli AC/DC in sostituzione di Brian Johnson. Fino alla recente e agognata reunion, dove il bassista Duff McKagan ha svolto un ruolo decisivo nel ricreare un rapporto tra due primedonne così diverse tra loro (“non c’era nessun altro che comunicasse sia con Slash sia con Axl, è stato un buon intermediario”), insieme alla mancata partecipazione di Izzy Stradlin ai tour mondiali degli ultimi anni.

Con Axl, il cui carattere controverso ne ha condizionato la carriera e insidiato gli affetti più cari, a fare da mattatore indiscusso. Un artista fragile e geniale, raccontato da un autore altrettanto fuori dagli schemi – ha fatto bingo con il libro Michael Jackson dossier: la vita, gli scandali, il processo (2009) ma ha conquistato i rocker grazie al best seller Guns N’ Roses, la verità (2005) – che lo presenta al lettore tanto nel privato quanto nel pubblico, forte di una prosa scorrevole e mai noiosa. Ci sono aneddoti, rumors e retroscena (drammatici e spassosi) a non finire in questa biografia e citarli tutti (o quasi) sarebbe arduo.

Tra i più divertenti va annoverato sicuramente l’episodio legato alla nonna di Slash (“una mattina, mentre Slash era a lavoro in un negozio di strumenti musicali dove faceva il commesso, Axl si svegliò e salì a casa della nonna del chitarrista, riaddormentandosi sul sofà. Quando la signora entrò e cercò di svegliarlo, per mettersi sul divano a guardare la tv, Axl la mandò affanculo”), ma anche quello in cui Steven Tyler degli Aerosmith salvò Axl dalla prigione, dopo che quest’ultimo aveva insultato Bon Jovi (“ciò che mi colpì fu il fatto che ogni membro dei Guns corrispondesse a ognuno di noi – avrebbe affermato poi lo stesso Tyler –, Slash aveva il ruolo di Joe Perry. Izzy era Brad, Axl era uguale a me: un egomaniaco visionario”).

Senza dimenticare le litigate con Kurt Cobain (“nel backstage Axl perse la calma, convinto che i Nirvana gli avessero rubato la scena. A peggiorare le cose, non appena lasciarono il palco, Cobain sputò sul piano che credeva appartenere a Rose”), gli “scazzi” con James Hetfield dei Metallica, che ironizzò in modo pesante sulle allucinanti richieste di Axl prima dei live, leggendo un foglietto del cantante dei Guns, il litigio con David Bowie nel corso di una serata trascorsa in un club (motivo del contendere: la splendida Erin Everly, ex moglie del nostro).

Proprio nell’anno in cui i Guns hanno pubblicato in più formati il remaster celebrativo di Use Your Illusion I e Use Your Illusion II (entrambi del 1991) leggere o rileggere questo spaccato di vita unica, quella di un uomo dalla stabilità interiore deflagrante, costantemente sul margine del baratro, è un bel dono che si può fare oppure decidere di farsi.

Come scrive lo stesso Paisli – la sua biografia riporta che vive fra Dublino e Auckland, adora il surf, non si fa vedere in giro, rifiuta le interviste né utilizza i social e, soprattutto, contrasta qualsivoglia forma di classismo e prevaricazione della libertà – “tutto cambia in questo strano gioco che è la vita, l’importante è restare su quella tavola e non farsi travolgere dall’onda. Che tu sia Axl Rose o un semplice lettore distratto”. Benvenuti nella giungla.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...