Intervista ad Ira Green

Noi di Universo Rock & Metal abbiamo avuto il piacere di intervistare Ira Green, nome d’arte di Arianna Carpentieri, ex concorrente a The Voice Of Italy 2015 su Rai Due e con due album rock all’attivo: RE(be)LIGION del 2016 e 7 del 2019.

Ciao Ira e grazie per averci concesso questa intervista. Partiamo dal tuo lato caratteriale: nella tua biografia dici di aver provato varie arti prima di dedicarti alla musica, tra cui la danza ed il teatro. Come hai fatto a capire che la musica era quella più adatta a te?
Penso sia stata una sorta di scelta reciproca, mentre cercavo qualcosa nella musica, qualcosa poi cercava me a sua volta. Lo capii da un momento all’altro dopo vari tira e molla nel confronti di una vecchia chitarra che era in casa. Un gioco di seduzione durato anni per poi sfociare in passione ed infine amore. Se non fosse stato per la musica, io sarei potuta non essere qui.

Parli anche di una timidezza difficile da superare, eppure sotto ciò c’era una cantante piena di energia. Come l’hai domata fino a diventare una leonessa da palco?
C’era da domare più il lato selvaggio che quello timido. Il problema principale era tener testa a determinati lati nascosti della mia personalità con quella parte di me che preferiva passare inosservata. La timidezza è sempre un lato di me. Che oramai è quasi impercettibile. Ma è sempre vivo e parte di me.

Tanta gavetta per locali con addirittura cinque bands, alcune volte dovendo suonare il basso. Come ti ha fatto rapportare alla musica il fatto di esserti “sudata” la tua carriera da rocker?
Purtroppo in un modo o nell’altro, col tempo si impara ad acquisire anche una percentuale di cinismo, ma non verso la musica o l’emotività della stessa, bensì verso le persone che la circondano e che ti circondano. Da ragazzi la si vive in modo più sciolto ma più si va avanti, più si salgono i gradini e più sciacalli si fanno avanti, pronti ad attaccarti ancore di cattiverie e tranelli alle caviglie. Personalmente rendo onore alla musica facendola, non parlandone e basta.

Tanti sacrifici e poi l’accesso a The Voice su Rai 2 nel 2015, com’è stata per te come esperienza?
Formante penso sia la parola giusta. Chiunque dovrebbe farla, potrebbe capire molto più velocemente cosa si vuole dalla vita e di chi fidarsi. Come vetrina è utile. Fortunatamente ero già abbastanza grande all’epoca, ma se fossi stata più piccola mi avrebbero bucato la testa per girarmi e rigirarmi come pareva a loro. E parlo per cose viste, non sentite dire.

Molti artisti validi per fare carriera devono passare oggigiorno per i talent show. Credi sia rimasta l’unica alternativa per lanciarsi in una carriera da musicista?
No, assolutamente, ognuno è libero di costruire la propria strada come vuole. Sicuramente aiuta, ma non è un punto d’arrivo.

Dopo questa esperienza arrivano due album autoprodotti con l’aiuto del crowdfunding, cosa significano e cosa rappresentano per te?
RE(be)LIGION è frutto di vari anni di cambi continui di scrittura e stili. Cercavo sempre qualcosa di diverso nel sound. Racchiude il messaggio di quell’adolescente che ha tenuto tutto dentro di se ed all’improvviso esplode. Il messaggio è forte ma a volte fuorviante.
7 è già un lavoro più “studiato”. Ci sono voluti due anni interi per riuscire a completare un’idea ed altrettanti anni per metterla nero su bianco. Rappresenta per me la crescita e la malleabilità nel fare musica. Uno spogliare l’essere umano dalla veste “santa” che indossa. Accettarsi è l’unico modo per andare avanti nella vita.

Come mai la scelta di pubblicare il primo in inglese ed il secondo in italiano?
Era nell’aria subito dopo RE(be)LIGION, volevo sperimentare, liberarmi della paura di “farmi capire”. In inglese è più facile nascondersi in filosofie e frasi facili da interpretare, in italiano è tutt’altra storia.

La tua voce è molto graffiante ed energica, cosa fai per mantenerla in forma e non danneggiarla? Ed a proposito, sei autodidatta o hai preso lezioni di canto?
La tengo in forma non rinunciando a nessuna sensazione o emozione. Ricordo che una volta mi portarono da una maestra di canto che disse: “Se continui a cantare così tra due anni perdi tutta la voce”. Era il 2007. Morale della favola: non fatevi dire da nessuno come devono andare le cose nella VOSTRA vita.

Stiamo attraversando un periodo un pó buio per la scena musicale, con l’impossibilità di suonare dal vivo, festival cancellati, uscite discografiche posticipate e addirittura si legge che noti siti di shopping on-line, per il momento, hanno bloccato la vendita di album. Cosa ti sentiresti di consigliare alla comunità musicale per potersi rialzare da questa situazione?
Che non ci siamo fermati quando un gestore ci pagava quattro lire, perché fermarsi adesso che abbiamo la possibilità di riflettere sul come ripartire?

Se ti va lascia un saluto alla community di Universo Rock & Metal con un consiglio rivolto sia ai musicisti che agli ascoltatori. Ciao e grazie mille Ira.
Vi ringrazio vivamente per questa intervista fatta finalmente di domande interessanti e non di solite nenie atte ad intrattenere il lettore medio. Siate voi stessi. Perché in un modo o nell’altro le persone troveranno sempre il pelo nell’uovo per rompervi i coglioni, indi per cui, date modo alle stesse persone di fare questo ma senza modificarvi. La vita è una e nessuno ve la ridà indietro.

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