Avatar – Dance Devil Dance

Pronti a saltare dai vostri divani? il 17 febbraio gli svedesi Avatar hanno portato alla luce il loro nono album in studio intitolato Dance Devil Dance per la casa discografica Black Waltz Records, di proprietà della stessa band.

Inutile dire che le aspettative sono parecchio alte dopo il riuscitissimo Hunter Gatherer datato 2020, ma saranno riusciti a stupirci nuovamente?

Il lavoro si apre subito con uno degli aspetti peculiari degli svedesi, ovvero quella partenza country che esplode in un riffing graffiante e feroce in perfetto mixing con la voce angosciante, potente ma al contempo versatile del vocalist Johannes Eckerstrom, il quale riesce sempre a catturare l’attenzione del fruitore attraverso picchi e intonazioni vocali molto differenti in poco tempo; in meno di un minuto dell’iniziale title-track Dance Devil Dance, infatti, si assiste a tutto ciò che è 100% Avatar.

Definire ciò che i nostri suonano è pressoché impossibile in quanto lo stile è un non stile, un mix di melo-death, power, metalcore, groove, country e persino nu metal; la cosa che fa veramente pensare è che nessuno di questi predomina sull’altro e tutti si amalgamano perfettamente uno dentro l’altro, lavorando in perfetta simbiosi sia musicalmente che vocalmente parlando. Gli Avatar sono così, prendere o lasciare, amare o odiare. Ci hanno abituati al fatto che ogni brano sia a sé stante e questo Dance Devil Dance non è da meno. La loro capacità di sperimentare album dopo album è la principale caratteristica di una band in continua evoluzione, che non vuole mai replicare ciò che in precedenza ha fatto, aggiungendo sempre quel qualcosa in più – aspetto tutt’altro che scontato ai tempi odierni-.

Oltre alla riuscitissima title-track che abbiamo potuto sentire prima dell’uscita del disco in quanto primo singolo estratto, ciò che riporta alla nostra attenzione è anche l’art-work di copertina del lavoro stesso; Johannes Eckerstrom appare con gli occhi all’insù, un folle riso e un’espressione angosciante e pazzoide, stile Pennywise di IT, quasi come a voler dire “l’album sarà totalmente folle come me, come noi, come voi che state per ascoltare”. Queste atmosfere si ripercuotono in tutto il lavoro; questa follia contornata da angoscia mista tranquillità è il filo conduttore di tracce nude, crude, cattive ma dal ritornello melodico e volutamente disturbante, come Chimp Mosh Pit o Valley of Disease, quasi come se ti debbano rimanere in testa con la forza. Una bella novità del disco è rappresentata inoltre dalla traccia finale Violence No Matter What, in collaborazione con Lzzy Hale, voce degli Halestorm.

In conclusione, l’album si può definire come folle, disturbante, angosciante, pazzo ma al contempo tranquillo, allegro e a tratti persino rilassante. Secondo questa descrizione non ci resta che ammettere che gli Avatar hanno colpito nuovamente nel segno, riuscendo, anche in questo nono album a dare la propria impronta mai banale, ad un lavoro eccelso sotto tutti i punti di vista. Una band che negli anni si sta confermando sempre più ma che, contemporaneamente è ancora nella nicchia. La loro popolarità è quindi molteplice, come loro, come i loro brani, come ciò che cercando musicalmente di esprimere.

Tracklist:
1. Dance Devil Dance
2. Chimp Mosh Pit
3. Valley Of Disease
4. On The Beach
5. Do You Feel In Control
6. Gotta Wanna Riot
7. The Dirt I’m Buried In
8. Clouds Dipped In Chrome
9. Hazmat Suit
10. Train
11. Violence No Matter What

Line-up:
Johannes Eckerström – voce
Jonas Kungen Jarlsby – chitarra
Tim Öhrström – chitarra
Henrik Sandelin – basso
John Alfredsson – batteria

Anno: 2023
Etichetta: Black Waltz Records
Voto: 9/10

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