Per gli appassionati di fantasy e di metal, ogni nuova uscita discografica dei Blind Guardian è sempre accompagnata da una certa quantità di hype, a maggior ragione dopo l’esperimento più o meno riuscito del famigerato disco orchestrale che ha fatto sorgere sempre più domande sulla strada che il combo teutonico avrebbe intrapreso nel futuro. The God Machine, questo è il titolo della nuova fatica dei bardi, si presenta di fatto come il logico successore di Behind The Red Mirror, capace quindi di trascinare l’ascoltatore in quei mondi meravigliosi da sempre raccontati da Hansi e compagni ma con quella profondità in più che solo l’esperienza dell’età può donare.
Già dalle prime note di Deliver Us From Evil, ci rendiamo conto di trovarci di fronte ad un disco dei Blind Guardian; riff di chitarra medievaleggianti, cori, controcanti e la voce inconfondibile del front-man che troneggia sulla musica; il tutto a dare vita ad un brano accattivante dal ritornello catchy, molto in linea con altri brani degli anni d’oro del gruppo. Damnation è un pezzo pesante e dalle tinte cupe; molto sinfonico e barocco, meno immediato del precedente e che richiede un ascolto più approfondito per essere apprezzato fino in fondo. La vena sinfonica della band trova però ampio sfogo in Secrets Of The American Gods, un brano lungo e complesso, cesellato con perizia a renderlo una piccola suite, emozionante e ricca di pathos; forse la canzone che da sola tiene in piedi l’intero disco. Molto più heavy e martellante è invece la successiva Violent Shadows; canzone più breve e canonica che sicuramente non sfuggirà ai fan di vecchia data che ne riconosceranno lo stile. Life Beyond The Sphere è di nuovo una piccola suite sinfonica ma che, purtroppo, non regge il confronto con gli altri brani; la troppa pomposità risulta, infatti pesante all’ascolto e si fatica ad arrivare alla fine. Brano più interessante è la power ballad Let It Be No More che, sebbene non raggiunga il livello di altre ballate ben più famose della band, è comunque un pezzo godibile che può dare molto, sopratutto in sede live. Blood Of The Elves è forse il brano più Blind Guardian del disco; una carrellata di rullate e di potenti riff che accompagnano i cori epici del ritornello che in un batter d’occhio ci riportano al maestoso splendore di Nightfall In The Middle-Earth.

Come detto in precedenza, in questo The God Machine si percepisce il desiderio dei musicisti di portare la loro esperienza e maturità nel proprio lavoro; lasciate alle spalle a poco a poco le componenti più classiche del power metal, la band tedesca ha puntato sempre più sugli intrecci sinfonici, strizzando l’occhio alla musica progressive e riuscendo così a conciliare quel sound tipico che ben si sposa con l’ambientazione fantastica di cui sono permeate le canzone dei Blind Guardian innalzandolo ad un livello diverso e declinandolo in una chiave più adulta e riflessiva.
Tracklist:
01. Deliver Us From Evil
02. Damnation
03. Secrets Of The American Gods
04. Violent Shadows
05. Life Beyond The Spheres
06. Architects Of Doom
07. Let It Be No More
08. Blood Of The Elves
09. Destiny
Line-Up:
Hansi Kürsch – voce
André Olbrich – chitarra
Marcus Siepen – chitarra
Barend Courbois – basso
Frederik Ehmke – batteria
Anno: 2022
Etichetta: Nuclear Blast
Voto: 8/10