Gli svizzeri italofoni Eternal Delyria si definiscono melodic death metallers. E’ anche un po’ riduttivo se ascoltiamo Paradox Of The Mechanical Angel, nel senso che dobbiamo mettere in risalto anche le atmosfere più misteriose e gotiche che questo album del 2020 ci trasmette. Senza sottovalutare quelle sinfoniche.
E proprio atmosfere cimiteriali inaugurano l’album con Chrysalis: organo funereo e corvi di sottofondo. Urla, delle catene, il tema dell’album è proprio la prigionia. Il gotico prende il sopravvento con gli archi.
Burning Bridges, all’inizio, vede la contrapposizione di un growl rabbioso ed un sottofondo che tenta di dare delle armonie. Il tema è la prigionia intesa in maniera emotiva. Una marcia di chitarre e poi ancora tema death. Ancora un giro di chitarra accompagna ora la voce. Sembra di trovarsi nelle peggiori segrete, con appena un filo di luce e tanta angoscia per la mancata libertà: “You can’t feel, you’ve gone numb. It’s so unreal how you suffer“.
Beyond the Veil contrappone alla voce death invece un carillon, il più tipico degli strumenti che vogliono rappresentare il gotico. La prigionia della quale si parla in questo pezzo invece è del tutto reale, fisica e non mentale. Topic dell’album ovviamente è la sofferenza. Non aspettatevi ballads o dolci melodie.
“Day by day you try to make the right choice because this world will turn you into a slave, now” è l’inizio di Dying To Live che lascia poco spazio ad interpretazioni: la prigionia stavolta è sociale. Poche note di pianoforte si contrappongono stavolta alla voce sofferente, con la batteria che rimane sempre incalzante. Conclude una chitarra in tema power.
Archi transilvanici aprono Freely Enchained: stavolta la prigionia è ideologica. Dei cori in sottofondo aumentano la sensazione di magniloquenza. Un organo spezza tutto e si riprende la marcia dolorosa del tema fondamentale dell’album. Ma cos’è la prigionia ideologica? E’ quella dove subisci il lavaggio del cervello da parte di questa società nevrotica, cervellotica ed isterica e la tua mente fa confusione a capire ciò che realmente pensa e desidera.
L’album unisce la sofferenza del topic con sonorità gotiche, sinfoniche e death, fondendo il grandioso con la pena. E’ strutturato molto bene, preciso, arrangiato in maniera sublime. Il suono giusto al posto giusto. Sopra alcuni temi musicali più armonici non sarebbe stato male sentire una eterea voce femminile come un contralto o un mezzo soprano, almeno in alcuni intermezzi per far “riposare” l’orecchio da tanto growl. Il pezzo finale Until Death, ad esempio, è davvero ricco di armonie, cori femminili angelici di sottofondo e temi musicali maestosi. I gusti di alcuni potrebbero preferire un’altro tipo di voce, in alcune situazioni del disco, ma il growl ci sta sicuramente alla perfezione. Infatti il tema è la prigionia, e non si fanno sconti neanche alla musica.
Tracklist:
01. Chrysalis
02. From Skin to Rust
03. Burning Bridges
04. Beyond the Veil
05. Dying to Live
06. Damaged System
07. Amaurosis
08. Freely Enchained
09. The Awakening
10. Until Death
Line-up:
Lutz – Vocals
Clod – Keys & vocals
Nyx – Guitar
Thim – Guitar
Alex – Drums
Anno: 2020
Etichetta: Autoprodotto
Voto: 7/10
