
Anno: 2023
Etichetta: Napalm Records
Voto: 8.5/10
Kamelot, i paladini del power metal statunitense, fanno ritorno sulle scene musicali dopo cinque anni dal loro ultimo album in studio The Shadow Theory (2018), con un nuovo lavoro di inediti, intitolato The Awakening. Il nuovo album segue il filone degli ultimi lavori in studio, creando una commistione tra il classico sound sinfonico del gruppo e sonorità più progressive e sofisticate. La riuscita di questa commistione è evidente, poiché The Awakening riesce a esaltare l’evoluzione stilistica degli ultimi tre album della band, offrendo un’interpretazione contemporanea dei Kamelot. In questo senso, The Awakening rappresenta un esempio di come la band sia riuscita a mantenere viva la propria originalità e a evolversi nel corso degli anni. I Kamelot sono una delle poche realtà del Symphonic/Power metal in cui il genere non tende a diventare noioso o ripetitivo, grazie alla loro capacità di sperimentare e innovare il proprio stile senza abbandonare le radici del genere. Il nuovo album conferma questa tendenza e rappresenta una prova dell’abilità del gruppo nel creare musica coinvolgente come poche band attuali nel genere riescono a fare.
Una delle tracce più significative del nuovo album dei Kamelot è sicuramente Opus Of The Night (Ghost Requiem). Grazie all’ispirata performance di Tommy Karevik alla voce e nella scrittura dei testi, questo brano ha dato nuova vita alla bellissima ed indimenticabile Ghost Opera, celebre pezzo del 2007, riprendendone la storia, le atmosfere e le tematiche in modo magistrale. La collaborazione con la bravissima Tina Guo, che accompagna il brano con il suo virtuosismo al violoncello, contribuisce ulteriormente a rendere questo pezzo uno dei momenti più alti dell’album.
Tuttavia, anche nel successivo brano Midsummer’s Eve, la voce duttile e calda di Karevik emerge in tutta la sua bellezza, accompagnata dalle suggestive sonorità della band. La presenza di Tina Guo in questo brano è solo un ulteriore valore aggiunto, che conferisce al pezzo un tocco di eleganza e raffinatezza. Altri momenti alti di questo nuovo full-length possiamo citare The Great Divide, un nostalgico richiamo al sound dei Nightwish, caratterizzato da una ballata epica. La successiva Eventide si inserisce perfettamente nella narrazione del disco, quasi come un’opera teatrale, mentre le chitarre di Youngblood creano un gioco di suoni con la voce di Karevik: le atmosfere evocate ricordano quasi i nord africani Myrath. One More Flag in the Ground con la sua combinazione di melodia e potenza, trasmette un messaggio profondo e importante: l’eroismo di chi lotta per la propria salute mentale. Questo dimostra come il metal moderno a scanso da pregiudizi sia in grado di trattare temi adulti e universali, offrendo un messaggio positivo e motivante.
Verso la metà dell’album, il ritmo accelera con brani come The Looking Glass e New Babylon. Il primo è un perfetto connubio tra emozione e drammaticità, suonato in modo impeccabile e con Karevik che mette il cuore in ogni nota. La chitarra di Youngblood e le tastiere di Oliver Palotai si fondono perfettamente per creare un suono esplosivo e coinvolgente. New Babylon invece, è un brano carico di energia ed intensità, con un inizio corale che mette subito in evidenza la potenza della band. La voce di Karevik è incisiva e piena di pathos, accompagnata da riff di chitarra che si fondono perfettamente con le tastiere. Dopo una breve pausa, il ritmo si spezza con la seconda ballad dell’album, Willow. La voce di Tommy Karevik si dimostra incredibilmente versatile, evocando la sensibilità e la profondità del miglior Roy Khan, rimembrano echi di quel bellissimo platter che era The Black Halo. Ma non c’è tempo per riposare troppo a lungo, perché si riparte immediatamente con My Pantheon (Forevermore) e la strumentale Ephemera, un finale epico e teatrale come solo loro riescono a fare, con cori e tastiere che creano un’emozionale sensazione di grandezza e magnificenza.
In conclusione, il nuovo album The Awakening dei Kamelot mantiene il loro classico sound distintivo, ma la band riesce a rinnovarsi costantemente e a trovare freschezza in ogni uscita musicale. Questo è dimostrato dalla raccolta di brani presenti nell’album, che spaziano tra ballate molto ispirate e cavalcate metalliche epiche e richiami da album dal passato, il tutto amalgamato in un sound potente e sinfonico, accompagnato dalla voce potente e duttile di Tommy Karevik. L’esperienza sonora offerta dall’album è coinvolgente, con momenti di grande intensità e solennità che tengono l’ascoltatore incollato alle casse per tutta la durata dei circa 52 minuti. Nonostante ci siano alcuni momenti meno ispirati, The Awakening è un album che i fan dei Kamelot e del genere sicuramente apprezzeranno. In definitiva, questo è un’uscita solida che conferma la grande forma compositiva della band e l’ennesima dimostrazione che l’attuale cantante è l’unico successore degno che si avvicina alla voce magniloquente e teatrale dell’ex cantante Roy Khan.
Tracklist:
Overture (intro)
The Great Divide
Eventide
One More flag in the Ground
Opus In The Night (Ghost Requiem)
Middsummer’s Eve
Bloodmoon
Nightsky
The Looking Class
New Babylon
Willow
My Pantheon (Forevermore)
Ephemera (Outro)
Line -up:
Tommy Karevik – voce
Thomas Youngblood – chitarra
Oliver Palotai – tastiere
Sean Tibbetts – basso
Alex Landenburg – batteria

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