In attesa del nuovo disco di inediti in uscita a gennaio, gli svedesi Katatonia regalano un succulento antipasto ai loro fan sotto forma di questa riedizione del loro ormai seminale Dead End Kings, per chi scrive, il disco più importante e rappresentativo del loro ultimo spezzone di carriera, ossia quello che va da The Great Cold Distance in poi. La ripubblicazione di questo disco sarà senz’altro una bella sorpresa per tutti coloro che volevano procurarsi una copia dell’album in formato fisico (in particolare per quanto riguarda il vinile che per il suddetto album si trova solamente a prezzi esorbitanti), o per gli audiofili, che potranno godersi una versione del disco mixato in 5.1 sotto forma di DVD bonus. Se poi aggiungiamo un nuovo artwork sempre a cura di Travis Smith e una tracklist che potrei descrivere come finalmente “definitiva” in quanto contiene le varie bonus track delle diverse versioni (parlo di Second e la splendida The Act Of Darkening), ecco che questa uscita potrebbe risultare estremamente interessante sia per i fan incalliti che per i nuovi ascoltatori.
Parlando del disco in se, Dead End Kings (uscito originariamente nel 2012) è un lavoro ispirato e per certi versi ambizioso per la band svedese, che tende ad abbandonare parzialmente il sound più heavy e muscolare del capolavoro The Great Cold Distance del 2006, ma piuttosto vede sviluppare le coordinate sonore del precedente Night Is The New Day (2009) verso territori più progressivi ma senza perdere la cupezza e la malinconia che aveva contraddistinto quella release. L’album prodotto da Jonas Renske e Anders Nyström e mixato da David Castillo fu anche il disco debutto per l’allora chitarrista Per Eriksson e il bassista Niklas Sadin e ha visto ancora una volta la band collaborare con Frank Default che si è occupato di tastiere e campionamenti, un elemento assai importante per la struttura di questo platter. Il disco rappresenta la piena maturità dell’anima dark della band – una malinconia struggente, a tratti minacciosa a tratti quasi tranquillizzante, sorretta da una forte base di tastiere, campionamenti, un tocco di elettronica minimale e un lavoro di chitarra semplice ma che regala impatto e pesantezza quando serve. Ma il vero punto di forza di questo album è la voce unica di Jonas Renkse, un vocalist che con la sua timbrica melodica, emozionale e allo stesso tempo estremamente cupa e malinconica è l’elemento vincente di un disco ed una band che davvero può contare su un cantante unico e straordinario. L’album presenta in sequenza una serie di brani di altissimo spessore come The Parting o The One That You Are Looking For Is Not Here che vede Jonas duettare con la vocalist Norvegese Silje Wergeland, regalando ai fan una meravigliosa colonna sonora a tinte dark con un approccio a tratti cupo, distopico e pesante come in pezzi come Buildings e in altri casi più delicato, ma sempre emotivamente pungente e malinconico come in The Act Of Darkening. Dead End Kings non rappresenta di certo un disco su cui fare headbanging sfrenato, ma piuttosto un viaggio interiore intenso ed emotivamente trascinante. Un disco che si basa sull’atmosfera e non sui riff di chitarra o i ritornelli facili (anche se va detto che ci sono anche quelli), un’atmosfera quasi sempre plumbea e pessimista con pochi squarci di luce all’orizzonte e che vi accompagnerà nelle vostre riflessioni e viaggi introspettivi. Dead End Kings ha anche il merito di vantare nella propria tracklist alcuni dei brani preferiti dei fan della band come la splendida Lethean o la meravigliosa The Racing Heart, o ancora, la progressiva e oscura Dead Letters il cui testo è un perfetto esempio di quello che ci offre il disco a livello prettamente lirico – “fixation, eternal void, my dreams are getting darker and darker…” – così il pezzo ci accoglie nella sua incalzante e malinconica dimensione. Una composizione dinamica e ambiziosa che con il suo break elettronico e le sue esaltanti progressioni ci conduce verso la fine di un platter non esente da qualche piccolo difetto rappresentato da qualche pezzo nella parte centrale del disco non all’altezza del resto. Parliamo di pezzi come Leech, Ambitions o Undo You che sviluppano ulteriormente il lato ambient e atmosferico della band senza toccare le vette di eccellenza di altri brani, come la già citata Dead Letters, per esempio. Forse una tracklist che poteva essere quindi leggermente tagliata per favorire la fruibilità di un disco che rimane davvero di alto livello.

In conclusione questa nuova riedizione di Dead End Kings rappresenta un’ottima occasione per riscoprire uno dei migliori dischi della band svedese oltre che un succulento pretesto per i fan per impossessarsi di una nuova versione del disco con tanto di artwork nuovo di zecca e altre piccole chicche come il DVD bonus con l’intero album mixato in 5.1. Dead End Kings è un lavoro oscuro, emozionale e d’impatto. Un disco e una band non per tutti come ho spiegato in sede di recensione, ma allo stesso tempo un gruppo unico come ce ne sono pochi nel panorama musicale di oggi, specialmente se amate un tipo di sound più atmosferico e introspettivo ma allo stesso tempo melodico e cristallino.
Tracklist:
1. The Parting
2. The One You Are Looking For Is Not Here
3. Hypnone
4. The Racing Heart
5. Buildings
6. Leech
7. Ambitions
8. Undo You
9. Lethean
10. First Prayer
11. Dead Letters
12. Second
13. The Act Of Darkening
Line-Up:
Jonas Renkse – Voce
Anders Nyström – Chitarra/Tastiere
Roger Ojersson – Chitarra
Niklas Sadin – Basso
Daniel Moilanen – Batteria
Anno: 2022
Etichetta: Peaceville Records
Voto: 7.5/10