Dopo quattro anni finalmente sono tornati! La storica band groove/thrash italiana (o meglio “combat metal” come loro si sono sempre definiti), dopo ben 27 anni sul campo che includono dischi, concertoni eccellenti, critiche e ovazioni, hanno sfornato la propria nuova creatura, “The Seed of Foolishness”. Il sesto full lenght, in uscita il 7 maggio 2013 in Italia per la “Scarlet Records”, è un concept album di protesta che parla della situazione politica attuale tra corruzione, cospirazioni, illuminati e nuovo ordine mondiale. Appunto un album in pieno stile combat metal. Come al solito gli Extrema ci propongono un soundwriting che si radica fortemente alle influenze thrash e groove, ma come sempre c’è la volontà di proporre un sound fresco e al passo con i tempi, una caratteristica che ha contrassegnato negli anni questa band. Ma adesso entriamo nel pieno di questo album!
Cominciamo con “Between the Lines”, un pezzo d’inaudita potenza. Riff di chitarra martellanti, batteria schiacciasassi, una voce arrabbiatissima di Perotti. Per tutta la canzone si tengono questi ritmi molto pesanti che vengono smorzati per pochi secondi da un assolo, per poi esplodere ancora in riff rabbiosi. Una bella canzone che ci catapulta in dietro nel tempo, quando gli Extrema volevano distruggere tutto e tutti!
Con “The politics” cominciamo ad ascoltare un sound più articolato. La seconda traccia si apre con un bel riff veloce che poi ritroviamo nei ritornelli, cambi di andatura tra le strofe e i ritornelli, sempre un chitarrone e una batteria potente. Nella parte centrale spicca uno dei soliti e ottimi soli di Massara. La canzone si chiude come l’intro, con il ritornello e un finale rombeggiante e secco.
Dalla terza traccia dell’album, “Pyre of Fire”, cominciamo a immergerci in un sound più grooveggiante. La canzone, di cui è disponibile anche il video ufficiale sul tubo, si apre con un breve solo di batteria poi rimaneggia un po’ i riff in stile “Darrelliano”. Finalmente cominciamo ad ascoltare un buon sound del basso, bello ruvido in questa traccia, dove nelle prime due canzoni sembra quasi in ombra. In questo pezzo possiamo notare una forte componente dallo stile “Panteriano”, però spacca di brutto e possiamo semplicemente dire che ci piace molto!
Sulla falsa riga della terza traccia troviamo “The Distance”, forse meno “Panterizzata” e più dinamica e potente. Si apre subito con la voce rabbiosa di Perotti e i riff fortemente groove del buon vecchio Tommy, per niente deludenti. Dopo la metà troviamo una breve parte più leggera che fa da prefazione all’assolo. S’intravede ancora l’ombra dei Pantera, ma ugualmente la canzone spacca di brutto!
Arrivati a metà, ci troviamo di fronte ad una delle tracce più belle dell’album, “Ending Prophecies”. Qui i fantasmi “Panteriani” ci abbandonano quasi del tutto, nemmeno per sentire i soliti criticoni! La canzone si divide in due parti: ascoltiamo una prima parte che inizia con una strofa potente e dopo un bel solo abbiamo un’altra magnifica strofa più leggera; dopo una brevissima pausa inizia la seconda parte, completamente acustica e molto emozionante.
Lasciandoci alle spalle questa bellissima canzone troviamo “Bones”. Qui abbiamo una traccia più dolce che mantiene sempre un profilo leggero. Si apre con un intro acustico e poi abbiamo dei riff lenti e un sound vocale meno incazzato delle altre canzoni. La parte più “pesante” della canzone è l’assolo di Tommy.
La settima tappa del nostro viaggio è “Again and Again”. Con questa canzone ricominciamo a cavalcare un sound più duro e groove. Per tutta la traccia si tengono ritmi non troppo veloci ma sempre con il chitarrone di Massara in primo piano. Rispetto alle altre tracce dell’album è una sorta di break.
L’ottava traccia del disco è “Deep Infection”. Con questa traccia si ritorna su terreni più thrash, come nelle prime due canzoni ci ricorda molto gli Extrema degli esordi. Potente, carica di energia, sound vocale crudo e riff spacca tutto, sicuramente una canzone da live! Veramente notevole il lavoro che svolge la batteria.
Il penultimo traguardo è “Sick and Tired”, una canzone più orecchiabile e travolgente che però non rinuncia ai soliti riff potenti. Questa è una traccia molto ricca di groove e in alcuni tratti Perotti sfodera un bel vocione molto duro, vagamente ci sembra toccare i confini del growl.
All’ultima tappa del nostro viaggio all’interno di questo grande album gli Extrema ci regalano una piacevole sorpresa di nome “Moment of Truth”. Si tratta di una semi-ballad southern, quasi completamente acustica con brevi soli di chitarra elettrica, sognante nel sound e nel testo. I cori che condiscono l’outro sono da brividi. Dopo la fine c’è una lunga pausa con un simpatico siparietto finale. Una canzone semplicemente strepitosa.
Premetto che io sono un ascoltatore molto esigente, cui piace ascoltare musica “fresca” ma che resti fedele alle proprie radici e per me gli Extrema hanno centrato in pieno questo bersaglio. Semplicemente questo nuovo lavoro mi ha lasciato veramente a bocca aperta. I punti deboli sono ben pochi, come detto il leggero anonimato nelle prime canzoni del basso e la “Panterite” in un paio di canzoni. Per il resto vediamo una band in una forma strepitosa che ci propone un ottimo soundwriting curato al dettaglio. Come al solito i Riff di Massara spaccano di brutto e i soli non sono mai fuori luogo, il lavoro ritmico svolto da Giovanna e Crimi mi ha davvero entusiasmato. Per finire il sound vocale di Perotti è davvero eccellente in ogni canzone. Ineccepibile il lavoro svolto in studio, la produzione è stata fantastica. I quattro anni di attesa sono stati ripagati alla grande. Senza vergogna voglio affermare che per me questo è uno dei lavori migliori degli Extrema e sicuramente è uno dei migliori album del genere degli ultimi anni.
Tracklist:
01. Between the Lines 4.34
02. The Politics 3.25
03. Pyre of Fire 4.02
04. The Distance 4.05
05. Ending Prophecies 7.01
06. Bones 4.25
07. Again and Again 3.12
08. Deep Infection 3.33
09. Sick and Tired 5.40
10. Moment of Truth 7.13
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Anno: 2013
Etichetta: Fuel Records
Voto: 8.5/10
Di Gerald Bostock