Queen – The Game

Nel 1980 i Queen vollero che fosse tale Reinhold Mack ed essere il loro produttore discografico. C’era da registrare un album ed il tedesco notò nella band una divergenza tra i due compositori: Freddie era un talento naturale, molto istintivo e capace di portare la sua idea in musica in un quarto d’ora di clessidra. Dall’altra parte c’era Brian, il fisico, l’astronomo. Le sue ispirazioni erano fonte di calcoli: era un perfezionista, dopo balenata l’idea nella testa se ne stava ore o giorni ad isolarsi per capire come far rendere al meglio l’intuizione e trasformarla nella soluzione musicale migliore. Quando ti trovi ad intermediare tra due tizi del genere puoi solo pregare Odino che non finisci alla neuro. Nonostante gli artisti siano teste calde, nonostante Freddie l’eccentrico si reputasse la Regina di tutta l’Inghilterra, nonostante May fosse risoluto come carattere, i tre si vennero incontro e per molti aspetti scesero a compromessi per realizzare The Game.

Michael Jackson è tra i più influenti musicisti della storia, e ok. Ma doveva essere anche abbastanza presuntuoso: “Hey Queen, dovete assolutamente proporre Another One Bites Dust come singolo perché secondo me spacca”. Forse i quattro inglesi, che ormai qualcosa delle loro potenzialità l’avevano compresa, dovettero guardarsi in faccia con interrogazione pensando: “Ma non avrà un’altra Beat It da comporre, questo americano, al posto di fare il talent scout con noi?”. La verità è che tra Michael e Freddie c’era tanta stima. Jackson era uno che aveva un gran ritmo nelle vene, e cavolo se ce l’ha questo pezzo. Il famigerato giro di basso venne composto da Deacon e comincia solo con un po’ di batteria sotto. Crescendo che non porta ad un sound più aggressivo. Un po’ di chitarra rock, ma un pizzico davvero. Ora invece chitarra funky. Comincia a muoversi il culo, questo pezzo è più dance che rock, machissenefrega. Qualche pagliacciata vocale di Freddie per mettersi in esibizione e siamo in pista. Ah, solo per precisare, Beat It è del 1982, ma voi c’avete creduto.

Ora non è che vogliamo farvi immaginare Freddie nudo, o forse sì… Fatto sta che Mercury durante un tour stava sotto la doccia (e questo ci può stare) ed all’improvviso gli vennero in mente alcuni accordi. Uscì dal bagno (non sappiamo in quali condizioni) e disse al suo assistente: “Hey Peter passami l’acustica”. Quello che aveva in mente lo compose in 10 minuti. Il famosissimo giro di chitarra di Crazy Little Thing Called Love è infatti del vocalist dei Queen, e non di Brian, anche se era quest’ultimo a suonarla nei live. La chiave acustica del brano riceve però degli splendidi contrasti. La parte vocale è praticamente un rockabilly, il giro di basso un blues come anche la chitarra del riccioluto.

Non siate delusi, come in tutta la musica anche questo album ha il suo pezzo che parla di una storia d’amore andata a male. Il pezzo è Save Me e vede la composizione al pianoforte di Brian May. La relazione finita è quella di un suo amico. Certo lì per lì ci stai male, semmai pure per parecchio. Poi capisci che è veramente meglio se sia andata così. La delusione diventa trionfo, nessuno dovrà saving te stesso. Ti sei salvato da solo senza saperlo.

Il produttore Mack, al sintetizzatore, c’ha messo la sua in questo lavoro che presenta dei toni molto aperti, gioiosi e melodiosi. Non parliamo solo della voce di quel dentone o degli alti armoniosi della Red Special di Brian. E’ proprio la composizione di tutto l’album a trasudare serenità e rilassatezza, con qualche noto accenno a muovere le chiappe e ballare dopo aver tracannato l’ennesima pinta al tavolo con gli amici. Prettamente con l’hamburger che balla nello stomaco insieme a voi. Ah sia chiara un’altra cosa: in The Game il sound caldo e ruggente di May non viene meno, ma è il ruggito della leonessa che vuol proteggerti.

Tracklist:
01. Play The Game
02. Dragon Attack
03. Another One Bites The Dust
04. Need Your Loving Tonight
05. Crazy Little Thing Called Love
06. Rock It (Prime Jive)
07. Don’t Try Suicide
08. Sail Away Sweet Sister
09. Coming Soon
10. Save Me

Line-up:
Freddie Mercury – voce, cori, pianoforte, chitarra, sintetizzatore
Brian May – chitarra elettrica, chitarra acustica, pianoforte, sintetizzatore, cori, voce
John Richard Deacon – basso, chitarra, pianoforte, chitarra acustica
Roger Taylor – batteria, chitarra, sintetizzatore, cori, voce, seconda voce
Collaborations:
Reinhold Mack – sintetizzatore addizionale

Anno: 1980
Etichetta: EMI
Voto: 8.5/10

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