
Titolo: Is It Only Rock’n’Roll?
Autore: Pino Casamassima
Editore: Diarkos
Anno: 2023
Pagine: 352
Prezzo: 18,00 €
Correva l’anno 1974 quando i Rolling Stones davano alle stampe It’s Only Rock ‘n’ Roll, l’ultimo album in studio della rock band britannica con la presenza in formazione del chitarrista Mick Taylor, poi sostituito da Ron Wood. Da allora sono trascorsi circa 50 anni. Quasi mezzo secolo di musica, e la domanda rimane: davvero è solo rock ‘n’ roll? A dire la sua è Pino Casamassima, da poco in libreria con un volume che, come recita il sottotitolo, rimanda a una “breve storia della canzone di protesta e dei movimenti giovanili“. Breve, ma non superficiale. L’autore, infatti, come giornalista professionista, scrittore e autore teatrale maneggia assai bene la materia. E questo suo Is It Only Rock’n’Roll? (Diarkos, 352 pagine, 18,00 euro) sta qui a dimostrarlo.
Riprendendo il tema, in seconda di copertina la casa editrice illustra così: “How many roads must a man walk down before you call him a man? Cantava Bob Dylan, incendiando la prateria giovanile dalla Berkeley della prima fiammata contestativa che sfocerà poi nel Sessantotto“. La sostanza non manca, dunque, e l’autore ammette di aver scritto Is It Only Rock’n’Roll? non volendo colmare alcuna lacuna nei lettori. Piuttosto, “questo libro ha più padri. Nasce infatti come articolo molto lungo – come da format per quella pubblicazione – per la rivista BBC History. Articolo poi trasformato in monologo teatrale con tanto di video trasmessi su uno schermo cinematografico. Ho quindi deciso di partire da lì ed estendere quella narrazione a un vero e proprio libro. Per poter dire tutto quel che aveva da dire chi, negli anni Settanta, era un ventenne che ogni giorno ascoltava musica”.
Ed è proprio attraverso i grandi protagonisti sopracitati (più tanti altri) e i loro album prodotti in quel periodo storico – dunque dai primi anni Settanta al capolinea di un Novecento zeppo di movimenti e cambiamenti epocali in ambito culturale ed artistico – che si inserisce il volume di Casamassima (ha pubblicato una cinquantina di libri, di cui un quinto sul tema della musica di qualità), percorrendo con coerenza quel tracciato narrativo che coniuga la storia delle tante vivacità giovanili con quella della musica rock (“ce ne stavamo lì, sulla torre del rock. E da lì guardavamo un mondo maleodorante“).
Cominciando dagli Stones di Gimme Shelter del 1969 (alla posizione 38 della lista dei 500 migliori brani della storia secondo Rolling Stone), passando per i Pistols (“No future, no future, no future for you”, canta a squarciagola John Lydon in God Save The Queen del 1977). Per poi approdare al grunge (Nirvana, Stone Temple Pilots, Pearl Jam, Alice in Chains, Soundgarden), al garage rock (The White Stripes su tutti), al rock elettronico (il nome Radiohead vi dice qualcosa?). Movimenti musicali che hanno fatto da colonna sonora a più epoche, tutte contraddistinte dalla costante della ribellione (Kurt Cobain docet).
Impegno di non poco conto, quello che c’è dietro a Is It Only Rock’n’Roll? “Nell’arco degli anni ho accumulato molto materiale su quelli che sono i miei interessi, che vanno dalla musica alla politica, al sociale, all’antropologia culturale, fino alla Formula 1, di fatto l’unico sport che seguo da quando avevo i calzoni corti e che per un certo periodo ha rappresentato il mio lavoro come inviato nei Gran Premi”, spiega l’autore, precisando poi che “il tempo di realizzazione è sempre relativo, perché mentre scrivi un libro, scrivi anche articoli, partecipi a convegni, fai ricerche su un’idea che poi diventerà un altro libro, eccetera. Non saprei quindi quantificare il tempo specifico. Posso dire che durante il lockdown ho scritto un romanzo dedicandomi quasi soltanto ad esso e c’ho impiegato più o meno sei mesi. Ma la narrativa è altra cosa“.
Un volume, Is It Only Rock’n’Roll?, che sì nel titolo rimanda all’omonimo brando degli Stones, ma che aggiunge un dettaglio: il punto di domanda. “Il punto interrogativo finale intende appunto significare che non è solo rock, ma ben altro: tutto quello che il libro contiene e che travalica assai la sola cifra musicale, tralasciandola spesso. Le playlist che ascolto quotidianamente mentre lavoro nel mio studio vanno da Bob Dylan a Jack White, passando per Lou Reed, John Mayall, Van der Graaf Generator, Snowy White, Eric Clapton, Dave Matthews Band, Dire Straits. E ancora, Giacomo Puccini, Claudio Lolli e molti altri. Quando voglio tornare ai miei tempi? Ascolto i Led Zeppelin e gli stessi Stones. Di recente, poi, ho pubblicato un pezzo chiamato Progressive, per il 50esimo dall’uscita di album fondamentali per quella storia”.
Ribadiamo: Is It Only Rock’n’Roll? non ha fini didattici. “Da storico – riprende Casamassima – ho semplicemente raccontato una generazione, la mia, quella dei cosiddetti babyboomer, che ha scoperto la politica (anche a livello internazionale, vedi Vietnam) più con le canzoni di Dylan che con le lezioni di storia al liceo”. Per non dire della lingua. “Abbiamo imparato più l’inglese traducendo con tanto di vocabolario i brani che ci piacevano che non, appunto, con le lezioni d’inglese sui banchi del liceo. La canzone di protesta coniuga due anime fondamentali: testi e musica, cioè, testi nuovi che si discostano da cuore e amore e musica nuova, che fa spesso a meno degli archi”.
E quando chiediamo all’autore (già consulente editoriale per Rizzoli libri, ha vinto due premi letterari) se ci sono nuove band che negli anni verranno ricordate, la risposta è immediata: “Non ne ho idea. Sono lontano da generi che vanno per la maggiore. Non mi piacciono, né li ascolto o mi appartengono. Ma non intendo dare giudizi: ogni epoca esprime il meglio e il peggio di sé, coerentemente con la cifra culturale che la sottintende”.