Linkin Park – Meteora: Un viaggio nel ventesimo anniversario di un disco che ha fatto la storia degli anni 2000

Vent’anni fa i Linkin Park reduci dal clamoroso e colossale successo del debutto Hybrid Theory (disco che ad oggi ha venduto oltre 35 milioni di copie in tutto il mondo), tornarono sulle scene con l’album che doveva dimostrare al mondo che la band non era stata solo un fenomeno momentaneo, o come molti maligni vociferavano all’interno di alcuni ambienti giornalistici, “un fortunato prodotto allestito ad hoc dalle case discografica per tentare di sfornare una gallina dalle uova d’oro“, ma bensì una band vera e propria, coesa e ispirata e pronta a stupire il mondo nuovamente, pubblico e critica compresi. Meteora non deluse le aspettative e il disco pubblicato il 25 marzo del 2003 dalla Warner Bros è arrivato ad oggi a vendere oltre sedici milioni di copie trainando con se una nuova generazione di amanti del Rock (tra cui il sottoscritto) grazie a singoli immortali come Somewhere I Belong, Faint, From The Inside, Numb e Breaking The Habit. Come successe per Hybrid Theory i Linkin Park hanno voluto festeggiare questo ventesimo anniversario con uno speciale boxset ultra ricco di materiale inedito mai pubblicato, sia per quanto riguarda il contenuto audio che quello video. In questo articolo, avendo avuto noi in redazione la fortuna di ricevere uno di questi bellissimi boxset, faremo un viaggio nel contenuto di quest’ultimo andando ad analizzare il materiale bonus con particolare attenzione, cogliendo l’occasione per parlare musicalmente anche dell’album originale, ovviamente incluso nel cofanetto sia in forma di cd che vinile.

Meteora musicalmente continuò la rotta indirizzata da Hybrid Theory con il suo Rock/Metal con contaminazioni elettroniche, campionamenti hip-hop e parti rappate, quella formula insomma che aveva visto il termine Nu-Metal prendere il volo e diventare uno dei generi più famosi al mondo all’inizio degli anni duemila proprio grazie alla band in questione, senza contare i vari Limp Bizkit, Korn, Disturbed, Mudvayne e molti altri ancora… eppure Meteora appariva come un progetto ancora più ambizioso del precedente dato che la band non si limitò a copiare quanto fatto in passato ma piuttosto usarlo come base per evolvere il proprio sound in direzioni diverse, talvolta più coraggiose e sperimentali come in Nobody’s Listening, altre verso lidi più melodici, intimi e accessibili come per le splendide Breaking The Habit e Numb, altre volte ancora aggiungendo elementi apparentemente insoliti per la band come le orchestrazioni su Faint. Non mancavano tuttavia i momenti classicamente Hybrid Theory come una Figure.09 o la strepitosa Lying From You due “deep cuts” che non avrebbero sfigurato nella tracklist del disco di debutto appunto, sia come stile che come qualità. L’alternanza delle parti rappate di Mike Shinoda con la voce iconica di Chester Bennington ovviamente sono un marchio di fabbrica ed è in particolare quest’ultimo che in questo disco riesce ad emozionare come non mai sia nelle parti più malinconiche e melodiche come per esempio una Easier To Run oppure sulle già citate Breaking The Habit e Numb, sia su quelle più urlate e pesanti come l’iconico breakdown di From The Inside. Un vocalist eccezionale che riesce a trasportare tutta la drammaticità del suo mondo interiore sia nei testi (scritti insieme a Mike Shinoda), che nella loro interpretazione – Ed così che Meteora risulta essere un personale viaggio attraverso le proprie insicurezze, debolezze, la mancanza di forza nell’affrontare traumi del passato (Easier To Run), i propri dubbi esistenziali e demoni da sconfiggere, la voglia ed il tentativo di essere se stessi ed affermare la propria identità (Somewhere I Belong, Numb) ma allo stesso tempo avere paura di non riuscire a sconfiggere i propri demoni perdendo la propria sfida con se stessi e la vita (Breaking The Habit). Meteora è un disco pregno di significato e musicalmente ispiratissimo che risulta essere come descritto più volte dalla band un progetto a trecentosessanta gradi che vede il mondo visuale e quello musicale unirsi in un unico progetto. Difatti uno dei bonus di cui parleremo è il DVD The Art Of Meteora uscito già ai tempi della release del disco per mostrare ai fan il viaggio artistico che la band aveva intrapreso nel corso di questo disco analizzando la parte visuale e artistica del progetto rappresentata egregiamente dalla copertina del disco – un uomo chino con il suo “spray paint” (mi sono sempre chiesto in questi vent’anni se quella persona raffigurata fosse proprio lo stesso Mike Shinoda )intento a create la sua arte, appunto.

Ma cosa rende questa edizione del ventesimo anniversario di Meteora così speciale per i fan? beh l’ingrediente principale è sicuramente la pubblicazione di ben cinque brani inediti dei tempi della registrazione del disco. Cinque brani che allora non videro la luce in quanto sempre secondo le parole di Mike Shinoda: “avevamo deciso che i pezzi sul disco sarebbero stati dodici (più l’intro), li avevamo messi in ordine e avevamo deciso di “tagliare” su Lost in quanto a livello di sound era simile a Numb. Dopo quelle sessioni i brani avanzati rimasero lì e non vennero riutilizzati più e non perché pensavamo che non fossero buoni ma perché volevamo ripartire da zero e creare qualcosa di totalmente nuovo senza vincoli con il passato” (come difatti è successo con il successivo Minutes To Midnight che ha visto un netto shift delle sonorità della band) – Insomma di questi pezzi alla fin fine la band si è finita quasi per scordarsene ritrovandoli negli archivi mentre stavano pensando a cosa potessero regalare di interessante ai fan per questo anniversario. Inutile negarlo, sentire dei pezzi inediti con Chester alla voce per la prima volta dopo la sua scomparsa è un qualcosa di estremamente speciale, senza contare che si ritrova in essi anche l’atmosfera del periodo 2002-2003 della creazione di Meteora. Nonostante questo a nostro parere, nessuno di essi finisca per essere a livello qualitativo alla pari con i brani dell’album originale, risultando delle produzioni piacevoli ma nulla di più, anche se come già detto, risentire la vulnerabilità di Chester in un pezzo melodico e anche sofferto come Lost smuove sicuramente più di un’emozione. More The Victim e Fighting Myself sono due esempi di pezzi più vicino al lato Nu Metal della band mentre un pezzo come Massive ha un piglio più sperimentale. In ogni caso ricordiamo che questi pezzi sono disponibili non solo in questo boxset ma ovviamente in tutte le app e piattaforme di streaming.

Dopo il piatto forte passiamo ad altre bellissime chicche che ci offre questa versione super-deluxe di Meteora partendo dai vinili – Sono presenti infatti le versioni in vinile di Meteora (vinile singolo), lo storico Live In Texas (Doppio Vinile) e il live a Nottingham del 2003 (sempre in doppio vinile). Abbiamo poi una vastissima quantità di demo del periodo in questione, la maggior parte di esse mai distribuite prima. Se alcune sono versioni primordiali di alcuni pezzi dell’album altre sono veri e propri pezzi strumentali in cui colpisce la bontà della produzione e del suono dei singoli brani nonostante siano solo delle “demo”, appunto. Al loro interno troviamo delle idee chitarristiche, dei riff, degli scratch ed effetti sonori davvero interessanti per una serie di tracce da cui sinceramente non ci aspettavamo granché ma che in realtà offrono un ascolto interessante per i die hard fans che saranno incuriositi nel sentire la loro band preferita in chiave prettamente strumentale, un qualcosa che la band non ha approfondito spesso in carriera salvo in rare eccezioni (pensiamo appunto proprio al brano Session su Meteora). Va inoltre segnalato che una manciata di questi pezzi sono invece anche rappati da Shinoda, come il brano Resolution, davvero un buon pezzo, forse affossato da un riff un pelo monocorde. Insomma per la parte in CD il materiale è cospicuo ma passiamo ora ai concerti in DVD – Difatti, oltre al già menzionato The Making Of Meteora: The Art Of Meteora Work In Progress, un documentario che rivela il lavoro artistico e visuale dietro l’album includendo nuove immagini e sezioni inedite del “behind the scenes” mai pubblicate nel suo contenuto originale dell’epoca, abbiamo diversi live mai usciti prima d’ora del periodo, come il Veterans Stadium 2003, Live In Seoul 2003, Live In Manila 2004 e per ultimo il Live In Denver: Project Revolution 2004, tutti live con scalette simili ma con all’interno alcuni medley e chicche davvero notevoli. Se questo non fosse abbastanza, il book con foto inedite, poster, stencil, adesivi, più il consueto codice per scaricare tutto il materiale in formato digitale credo che darà ai fan davvero tante tante ore di materiale interessante e il più delle volte inedito su cui dilettarsi, mentre per quelli che vorranno risparmiarsi i duecento e passa euro del boxset sono comunque disponibili anche i CD singoli, o il box con solo i vinili. In ogni caso questo ventesimo anniversario darà ai fan e a tutti gli appassionati l’ennesima occasione per rispolverare e riascoltare quello che viene considerato ad oggi uno dei migliori album di una delle band più influenti e importanti degli anni 2000. Meteora è un lavoro che artisticamente tocca picchi altissimi, per un disco che continua ad essere influente allora come lo è oggi nell’avvicinare tanti ragazzini alla musica alternativa e al Rock.

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